Amore e ricerca, il sogno di Angelo:
«la scienza al servizio della mia comunità»
Correva l’anno 1985, caratterizzato da uno degli inverni più rigidi in assoluto senza precedenti. Francesco Cossiga venne eletto Presidente della Repubblica, il Titanic fu ritrovato sul fondo del mare naufragato 73 anni prima e una canzone risuonava in tutte le radio del mondo con 45 voci di artisti internazionali, uniti dalla solidarietà, a intonare “We are the world” in supporto alla popolazione dell’Etiopia.
In quel 1985 nasco io, Angelo Leo, ancora ignaro del mondo che mi circonda. Cresco spinto dalla curiosità, con una propensione all’innovazione e alla tecnologia che mi porta all’età di soli 4 anni a costruire piccoli circuiti elettrici, tra un cartone animato e l’altro.
Cosa faccio ora?
Gli anni sono passati e dopo aver preso il diploma di maturità scientifica, ho continuato quella strada fatta di numeri e formule: mi sono laureato prima in Fisica Generale e poi in Fisica della materia e applicazioni biomediche e ambientali, conseguendo successivamente il dottorato in Fisica e Nanoscienze, per poi entrare a far parte del gruppo di ricercatori del Salento.
Nasce così la mia carriera, ricca di progetti che spaziano dalla medicina di precisione allo sviluppo di nuove tecnologie quantistiche, sino all’ottimizzazione di dispositivi per il monitoraggio ambientale. Un’evoluzione quest’ultima che, pensando proprio alla mia terra, potrebbe dare una svolta a salvaguardia del verde che ci accompagna da millenni, così come le nostre marine e l’aria che respiriamo. Credo che la bellezza del mio lavoro consista proprio in questo. I diversi progetti di ricerca mi permettono di dare un contributo e condividere scienza, genio, innovazione e nuove prospettive con il resto della mia comunità. È questo il motivo per cui sono rimasto nel mio territorio, perché è qui che sono cresciuto ed è con me che vorrei farlo crescere.