IL MANIERO NATO E RINATO DALL’AMORE
C’era una volta, tanti anni fa, una gioiosa ragazza di nome Elvira, che viveva a Napoli con i suoi adorati genitori. Questi avrebbero fatto di tutto per lei, a tal punto da replicare in Puglia lo stesso castello di cui la sognante Elvira si era innamorata nei pressi di casa sua.
Per ringraziarli decise di organizzare una festa a sorpresa, ma morì poco prima, dopo aver scambiato per porcini dei funghi velenosi che voleva servire durante l’evento.
La benestante coppia, con il cuore spezzato, fuggì per sempre dal castello e lo abbandonò fino a lasciarlo in rovina. E vissero tutti… No, la storia non finisce così! Ricominciamo.
C’era una volta, molti anni dopo, un uomo e il suo compagno, due stranieri per l’esattezza, che si sono innamorati del Salento e hanno deciso di adottare quel castello, restaurarlo amorevolmente e dargli nuova vita, permettendo che la magia del gioioso spirito di Elvira sopravvivesse.
Nasce così Castle Elvira, il nuovo residence di lusso che regna sovrano nelle campagne di Trepuzzi. I due stranieri sono Steve Riseley e il suo compagno, l’artista Harvey B-Brown: hanno creato un castello eclettico immerso in 150mila metri quadrati di verde.
Dal 2018 sono partiti i lavori di ristrutturazione, mixando elementi di design originali con elementi tipici della tradizione salentina. Noi di DiRitorno li abbiamo incontrati e vi lasciamo alla piacevole conversazione avvenuta tra le mura del Castello, dove siamo stati accolti.
Come avete “scovato” questo posto?
La prima volta che siamo arrivati qui abbiamo percepito una particolare atmosfera nel Castello. Esistono dei posti in cui puoi sentire qualcosa di intangibile, quasi magico. Ci siamo detti “Questo è un posto felice, ci sentiamo a casa qui”.
La storia del castello ci ha poi travolti completamente. È nato dall’amore di due genitori per la propria figlia e il nostro desiderio era di far vivere ancora quell’amore. La struttura ci è stata presentata come un’opportunità. Abbiamo voluto ristrutturarla e dare nuova vita a qualcosa che si stava spegnendo.
Perché investire in questa terra, creando una residenza di lusso?
Ci sono molte ragioni, alcune di queste sono certamente finanziarie ed economiche. Ma la motivazione principale che ci ha spinti a investire nel Salento è stato un forte senso di responsabilità. Sentivamo il dovere di prenderci cura di questo castello.
Dopo la Brexit abbiamo notato una certa xenofobia da parte dei britannici. Noi invece siamo sempre stati molto “europeisti” ed è stato naturale per noi investire qui.
Che reazioni pensate di aver suscitato con questa scommessa?
La gente si è dimostrata da subito contenta di vedere questo posto rinnovato e finalmente nelle mani di qualcuno che potesse prendersene cura.
C’è comunque sempre una percentuale di persone che vede il nostro arrivo, in quanto stranieri, come una volontà di abusare del luogo e prenderne il sopravvento. Ma il nostro intento è sempre stato quello di recuperare il Castello in rovina e creare qualcosa di nuovo che non oscurasse il passato, la storia e la tradizione.
Ed è a questo che si deve la scelta del design, un mix tra tradizione e innovazione?
Sì, siamo innamorati della Puglia e non avremmo mai potuto tradire il suo stile tradizionale. Tutto ciò che ci piace è qui, nel totale rispetto di quello che già c’era. Pensate che anche nel giardino abbiamo cercato di curare le piante e gli alberi già esistenti, a partire dagli ulivi secchi colpiti da Xylella.
Per il resto ci siamo chiesti “Che cosa vorremmo trovare noi in una struttura quando siamo in vacanza?”. Avendo viaggiato tanto, la risposta è stata immediata: così sono nate le stanze del Castello e tutti i suoi servizi.

Come andare oltre la semplice accoglienza?
I clienti che vengono da più lontano non vedono l’ora di immergersi nella tradizione. Noi diamo loro ciò che vogliono e organizziamo laboratori di cucina tipica locale, preparando insieme a loro la pasta, la parmigiana, la tajeddrha.
Organizziamo anche classi di arte e disegno. Riusciamo a convincere anche i più scettici che tutti siamo in grado di disegnare. Il nostro modo di trattare gli ospiti è rivoluzionario e, allo stesso tempo, incredibilmente tradizionale.
Quali sono stati gli ostacoli che avete dovuto affrontare dal 2018 a oggi?
Come tutte le storie d’amore, ci sono sempre degli alti e dei bassi. Ma ancora una volta, la dedizione e la passione per questa terra e per questo Castello hanno fatto sì che anche nei momenti peggiori ne valesse la pena.
Gli ostacoli sono quelli squisitamente burocratici. La forza di volontà, invece, è ciò che ti spinge a vedere oltre il negativo e scoprire tutta la bellezza per cui vale la pena aspettare.
Che tipo di turista pensate di attrarre principalmente?
I nostri ospiti vengono da tutte la parti del mondo. Ma questa non è davvero la cosa più importante. Ciò che porta i turisti nel Castello è quello che offriamo loro.
La possibilità di avere tutto a portata di mano, rilassarsi completamente e vivere in un bosco salentino esperienze tipiche e particolari. Chi vuole provare qualcosa di diverso e magico non può fare a meno che venirci a trovare.
Non ci importa di avere clienti ben vestiti e di alto rango. Tutti, ma proprio tutti, possono essere nostri ospiti e godere dei servizi del Castello. Vogliamo che la gente si senta a proprio agio e si senta libera di essere chi vuole essere, senza pregiudizi e senza etichette.
Vogliamo che i clienti dicano “Che bel posto, ci siamo trovati benissimo e non vediamo l’ora di tornare!”.
E come dargli torto… In fondo non si vive in un Castello tutti i giorni!
Mariafrancesca ERRICO