AUTUNNO E RICORDI
Il CCRR incontra e intervista i nonni
Eccoci qui, all’arrivo dell’autunno. La nostra Trepuzzi si colora di profumi, sapori e tradizioni…ma noi conosciamo solo ciò che ci circonda attualmente. Per questo chiediamo ai nostri nonni di raccontarci storie, usi e costumi radicati nella memoria.
Cara nonna Teresa, ci puoi raccontare cosa accadeva nelle case all’arrivo dell’autunno?
Quando arrivava l’autunno dovevamo prepararci per il freddo, raccogliendo la legna e non solo, era importante avere le giuste provviste di olio. Il profumo della mostarda e della nostra amata cotognata pervadeva le stanze, poi ci dilettavamo a fare i fichi ripieni di mandorle che lasciavamo essiccare al sole, portavamo al forno per la cottura e conservavamo nelle “capase”… era il nostro dolce invernale.
E nelle vostre campagne?
Nel periodo autunnale, nelle nostre campagne, il lavoro era intenso. La vendemmia a fine estate era una festa, ricordo i canti durante la faticosa raccolta delle olive, il giorno tanto atteso da tutti noi era quello della “Fera de san Rafeli” con una vera e propria compravendita di animali. Per mio padre, caro Mattia, era un’importante occasione per il suo lavoro. E poi compravamo tutti gli indumenti per l’inverno, le “mante”, i cappotti, le “umbrelle” . Dedicavamo molto tempo alla cottura dei legumi, ai sott’aceto e sott’olio (peperoni verdi “curnaletti”, carciofini, pampasciuli). I bambini giocavano con le noci, la frutta secca della stagione. È bello ricordare questi momenti, nella memoria di noi nonni sono impressi e indelebili.
Che lavoro facevate quando eravate giovani?
Molte di noi lavoravano nella fabbrica del tabacco: ho ben in mente l’odore forte e pungente delle foglie, la polvere quando sollevavamo le “nzerte”, si lavorava già a dieci, dodici anni con le tessere dei fratelli e delle sorelle più grandi, i più piccoli ci aiutavano ad infilare le foglie di tabacco. Era un lavoro molto faticoso ma ricordo l’allegria, le risate, “li culacchi” che insieme alle mie compagne cercavamo di nascondere agli occhi e alle orecchie delle severe “maestre”. Anche se adesso la nostra vita è ricca di benessere, con i riscaldamenti, il cibo sempre pronto, ricordo con piacere la mia giovinezza.
Nonni, grazie per averci fatto conoscere anche solo una piccola parte della vostra vita, delle vostre esperienze: l’autunno ci è sembrato un po’ come una seconda primavera, da cui ripartire con i colori caldi e l’odore di bruciato dei vostri camini.