LA MAGNA TREPUZZI

Francesca Colelli

Siamo all’inizio del V secolo a.C., persi tra le vie di una città in cui si canta la storia di un eroe che ha sfidato il mare pur di soddisfare il proprio sapere, di un cavallo nefasto portato in dono, di un uomo tornato in patria da un dedalo che nascondeva un essere metà uomo e metà toro.

Siamo ad Atene, una città che di lì a poco avrebbe vissuto il suo momento più glorioso: la sua rinascita. Vediamo le vivaci feste pubbliche, le maestose statue di Fidia, lo sfarzo dei templi, la ricchezza nelle risorse e il carisma delle personalità artistiche e politiche rinnovare i lineamenti del suo volto.

Sembra quasi un sogno. Adesso tagliamo il tempo e lo spazio. Eccoci a Trepuzzi, che il suo sogno lo sta costruendo, progetto per progetto, con un orizzonte definito e pensieri diversi ma complementari.

Lo sport, la cultura, le arti sono un fuoco acceso oggi come lo erano più di duemila anni fa, un fuoco che va alimentato, tenuto vivo il più a lungo possibile. Gli impianti destinati allo sport potranno garantire, soprattutto a noi giovani, luoghi dove relazionarci con gli altri, svagarci, abbandonare le preoccupazioni quotidiane per trovare il nostro spazio in un luogo familiare;

la biblioteca, il nuovo centro culturale, le numerose manifestazioni e presentazioni, dalla letteratura, al teatro, alla danza, offrono l’opportunità di scoprire interessi comuni, espandere le conoscenze, limare la propria identità, come singoli e come comunità. È un percorso lungo ma sicuramente promettente.

Da parte di noi ragazzi c’è la voglia di godere appieno delle opportunità offerte dalla nostra terra, trovare occasioni di confronto sui temi che ci sono più vicini, per i quali ci battiamo con passione, dai diritti civili alla protezione dell’ambiente, trovare sempre più possibilità di metterci in gioco nei campi più disparati per maturare e acquisire nuove competenze, ma anche, semplicemente, di disporre di una varietà di luoghi in cui aggregarci e trascorrere del tempo insieme.

Rinascere è saper perdere la via per poi ritrovarla, ma solo dopo aver imparato da ciò che c’era ai lati della strada, è essere disposti a cambiare con coraggio, ad allargare i confini del paese mantenendo intatte le proprie radici.

Trepuzzi è fertile, di contenitori e contenuti, di porte aperte e portoni spalancati, ma la cura per il dettaglio e l’attenzione alle richieste di tutti diventa fondamentale.

Forse non ci saranno templi, storie di uomini che affrontano terribili mostri nello splendido mare di Casalabate, o oracoli che predicono il futuro, ma c’è la materia, una materia che va plasmata e definita e che può diventare il trampolino di lancio di una “magna Trepuzzi”.

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