COME LA SUA TRAMONTANA: SCOMPIGLIATA, MA SEMPRE BELLA
Quando d’estate, a Roma, gli amici propongono una gita al mare, si sorprendono sempre nel sentirmi chiedere: “Che vento c’è?”. E hanno ragione a sorprendersi, qui la questione è irrilevante.
Che sia Ostia o Fregene, che ci si avventuri fino a Santa Marinella o addirittura a Capalbio, sempre Tirreno è. Trovi le stesse onde o lo stesso mare piatto. I miei amici non possono sapere che un trepuzzino in ferie, appena sveglio, deve consultare la banderuola in giardino e prendere una decisione. Scirocco? Si va sull’Adriatico. Tramontana? Allora Ionio.
Anche a casa dei miei genitori c’è una banderuola. L’ha fatta mio padre quasi 30 anni fa. D’estate la consultiamo come fosse la Sibilla, condividiamo il suo responso sulla chat di famiglia. “Ci ammazza di scirocco tutta la settimana, poi ogni sabato tramontana”.
“Nasce, pasce, muore, sono almeno tre giorni”. “Vabbè, ma è forte?”. “Ma no dai, le chiome degli alberi in giardino sono quasi ferme”. “Allora io vado a Casalabate”. “Sì, ma quando a Trepuzzi sembra calmo, arrivi a Casalabate e non ci si può stare”. “Comunque vado anche io a Casalabate”. “Ci vediamo ai Ronzi o al primo scoglio?”.
Perché è vero che possiamo scegliere, ma per un trepuzzino, per tradire Casalabate in una domenica di agosto, ci deve essere veramente ‘trupea’. E pure con la ‘trupea’ se ne può parlare. Perché Porto Cesareo, Gallipoli, Ugento… sono paradisi.
Ma a Casalabate c’è Paola che ha casa a pochi passi dalla spiaggia. E i cugini di Torino, che per 15 giorni prendono un ombrellone alla torre e non si muovono da lì. E c’è Daniela da Milano. E tutti gli altri, che se vivi lontano li incontri solo lì, ad agosto, a Casalabate.
Più che luogo di vacanza, definirei Casalabate luogo di villeggiatura. Un luogo, cioè, dove torni ogni anno, incontri quelli dell’anno prima e degli anni prima ancora, un luogo del riposo e del cuore. Un luogo di ricordi.
E il mio primissimo ricordo è legato proprio a Casalabate. Mia madre che preparava la borsa del mare in un ‘camerino’ preso in affitto. Avevo tre o quattro anni, ma ricordo persino il colore del suo costume e la musica che passava alla radio, Adriano Celentano che cantava “il telefono è volato fuori giù dal quarto piano…”.
E ricordo chiaramente l’odore del mare che entrava dalla finestra, portato dalla solita tramontana. E poi l’adolescenza. Finita la scuola, una lunga pedalata insieme a Mimmo, Raffaele, le Silvie e Lucia. Sfiniti sulla spiaggia e poi il primo tuffo della stagione.
Un luogo romantico, per me. Nonostante tutto. Nonostante le case che qui e là sono troppo vicine al mare, le vie lunghe e strette e senza traverse, l’abuso di alluminio e di cemento.
In fondo Casalabate somiglia un po’ alla tramontana. Scompigliata, scapigliata, ti svegli la mattina e vorresti la calma piatta dello scirocco. Ma come si sta bene con la tramontana!