Georges Duhamel diceva “Ogni civiltà ha la spazzatura che si merita”.
A distanza di più di cento anni dalla morte dello scrittore e medico francese, le tecniche di smaltimento dei rifiuti si sono evolute.
Si è iniziato a parlare di ciclo dei rifiuti ed è arrivata nelle nostre case la raccolta differenziata porta a porta.
Ma il concetto è rimasto valido ancora oggi. La raccolta differenziata, croce e delizia del nostro quotidiano, è diventata ormai una presenza costante nelle nostre case e spesso mette a dura prova le nostre abilità di “ricicloni”.
Vi siete mai chiesti che fine fanno le nostre bottiglie di plastica, le riviste, i vasetti di marmellata e le scatolette di tonno dopo essere stati diligentemente differenziati?
La carta riesce a essere riciclata perché la cellulosa presente al suo interno può essere sottoposta a ripetuti cicli di lavorazione. Solitamente viene raccolta, stoccata, selezionata per distinguere le diverse tipologie di carta, pressata e inviata alle cartiere.
Qui inizia il processo di riciclo tramite lo sminuzzamento, lo sbiancamento, la riduzione in poltiglia, l’affinamento (da impurità) e quindi l’aggiunta di cellulosa vergine. La carta riciclata infatti, per poter ritornare a essere una materia prima, necessita di una certa quantità di cellulosa vergine che di solito proviene dagli alberi delle foreste tropicali, in particolare indonesiane.
La carta che non riesce a essere riciclata può essere usata come combustibile. Oltre a combattere il cambiamento climatico, la carta riciclata consente di far diminuire il disboscamento, prevenire l’erosione del suolo, preservare i bacini idrici e proteggere la biodiversità.
La plastica è uno dei materiali più usati e il suo riciclo è fondamentale considerati i tempi lunghissimi che servono all’ambiente per smaltirla.
Esistono due modi di riciclare la plastica: quello meccanico, attraverso la frantumazione in scaglie che verranno riutilizzate per nuovi oggetti e quello chimico, meno comune, che consente di ottenere un materiale simile alla plastica primaria agendo sulle molecole che la compongono.
È interessante sapere che dal riciclo della plastica si generano materiali di uso comune come il ‘pile’ delle calde felpe invernali, la moquette, gli interni delle auto, i tubi di scarico dell’acqua piovana, tappi, pellicole per imballaggi, plastica per panchine, parchi gioco, cartelloni stradali e tanti altri prodotti.
Il vetro è un materiale che si presta bene al riciclo perché può essere fuso infinite volte. Prima del riciclo, il vetro raccolto viene separato da corpi estranei, frammenti di ceramica, carta, alluminio, legno e altre impurità. Una volta fuso il nuovo vetro (che viene definito materia prima secondaria) deve garantire la presenza di impurità sotto una determinata soglia, altrimenti non può essere mandato in vetreria perché abbia una nuova vita.
I materiali ferrosi infine sono selezionati con sistemi magnetici, cui segue la pulitura e la frantumazione prima della consegna in fonderia dove l’acciaio fuso viene trasformato in prodotti siderurgici. Anche i materiali ferrosi possono essere riciclati un numero infinito di volte.
Riciclare quindi è un dovere di noi cittadini del ventunesimo secolo e un’opportunità di ridurre l’impatto ambientale dei rifiuti. Ma riciclare è anche un motivo di orgoglio, per dimostrare agli altri che la “spazzatura” che ci meritiamo è quella che si ritrasforma e diventa nuova materia prima.
Danilo PERRONE