IL MARE ANCHE D’INVERNO
Storie di vita, ricordi ed emozioni senza tempo e senza età. Gioventù spensierate trascorse a saltare le onde, rincorrere palloni, costruire castelli di sabbia e a nascondersi tra le dune afose e selvagge, coccolati dal dolce frinire delle cicale.
E poi ancora grandi comitive, falò al chiaro di luna e tanta, tanta leggerezza. In poche parole: la “nostra” Casalabate.
Tuttavia, il vento caldo prima o poi smette di soffiare, l’estate volge al termine e la prima tramontana autunnale ci riporta di colpo tutti in Paese, o meglio…quasi tutti.
Ebbene sì. Spesso ai molti sfugge che la nostra amata marina ha da sempre avuto una piccola e stabile comunità residente che vive e si adopera, soprattutto nelle lunghe giornate d’inverno. Pescatori, mercanti, contadini, artigiani e molto, molto altro. Una comunità a tutto tondo con i suoi rapporti sociali, interessi, vincoli organizzativi e consuetudini, ma anche con le sue vulnerabilità e i suoi bisogni.
Ma cos’è un bisogno? Da assistente sociale, quale sono, ho dovuto ben presto confrontarmi con il valore profondo di questo concetto. Il sociologo Luciano Gallino lo definisce “una mancanza di determinate risorse, materiali o immateriali, necessarie ad un soggetto (individuale o collettivo) per raggiungere uno stato di maggiore benessere, efficienza e funzionalità”.
Partendo da questa premessa, la domanda sorge spontanea: ad oggi, quali sono i reali bisogni che la comunità di Casalabate avverte? Sarebbe opportuno chiederlo direttamente agli attori sociali coinvolti, attraverso delle interviste rivolte ad un campione rappresentativo e significativo. Ascoltare la loro voce sarebbe un grande contributo per individuare problematicità, carenze, disservizi ed elementi che possono pregiudicare un autentico sviluppo delle capacità e delle risorse umane.
Una concreta individuazione e analisi dei bisogni andrebbe a rappresentare, così, un punto di partenza per una progettazione condivisa, avente come obiettivo una diminuzione delle distanze sociali tra Casalabate e Trepuzzi ed un più attento coinvolgimento dei nostri compaesani “di mare”, grazie a delle azioni di scambio, dialogo e collaborazione interdipendente.
Per raggiungere tale scopo, per esempio, si potrebbe pensare al decentramento di un Ufficio Comunale preposto che, in date prestabilite, possa dare ai cittadini di Casalabate la possibilità di sbrigare in loco le operazioni di ordinaria amministrazione. Si potrebbe provvedere anche a fornire uno sportello di segretariato sociale, collegamento diretto tra il cittadino e i diversi servizi territoriali, avente funzioni di ascolto, informazione e orientamento.
Ancora, si potrebbe incentivare la dislocazione presso la nostra marina di Cooperative, Associazioni e Circoli. Tale operazione andrebbe a generare benefici bilaterali. Nel breve termine, infatti, sarebbero soprattutto i soggetti del Terzo Settore a trarne vantaggio, potendo di fatto operare in un centro abitato con nuovi individui coinvolti, nuove risorse e spazi certamente più ampi.
Nel medio-lungo termine, le loro azioni rappresenterebbero un ulteriore incentivo per la popolazione di Trepuzzi a vivere e frequentare Casalabate durante tutto l’anno, generando sinergie e nuovi punti di incontro.
La riscoperta di sentirsi un’unica Comunità, a mio avviso, potrebbe rappresentare il punto cardine e la forza motrice per il futuro, perché solo insieme si possono realizzare un “mare” di idee!