DALLA BATTERIA, ALLA BANDA, ALLA FLOWTTAZIGANA:
LA STORIA DI TONY FLOW
Sono Antonio Rampino. Ma questo solo per il postino, giacché tutti – ormai da anni – mi conoscono come Tony Flow. Sono nato nel 1986 da una vera storia d’amore, sconvolta dopo tre anni dalla perdita di papà.
Ho avuto in regalo la mia prima batteria a dodici anni e con quella ho iniziato subito a suonare nelle piccole realtà musicali del paese. Il mio esordio avviene con le Rosse Lingue pazze. Poi, insieme agli amici, metto in piedi un altro gruppo rock: Jumpin’ Jolly Rogers.
Durante questo percorso artistico underground e un po’ ribelle che ha segnato la mia giovinezza, volendo aprirmi a qualsiasi esperienza musicale, non ho disdegnato di avvicinarmi alla musica da banda e alle tradizioni cosiddette colte.
E così ho intrapreso i primi studi di teoria e armonia musicale con il Maestro Giovanni Cananà, entrando nella sua banda trepuzzina. Dopo aver suonato per anni in sordina e forse un po’ alla deriva rispetto ai sogni e alle aspettative per il futuro, decido – forte del sostegno incondizionato della mia mamma – di lasciare tutto e partire.
E adesso facciamo un salto in avanti nel tempo.
Oggi mi trovo di nuovo a Trepuzzi, sono già trascorsi cinque anni da quando ho salutato la mia amata Bologna. Come la maggior parte dei musicisti, ho viaggiato alla ricerca di nuovi orizzonti, verso una personale riscoperta e mosso dalla brama di nuovi stimoli.
Nel capoluogo emiliano ho imparato a disciplinare il vortice di emozioni che mi spingeva ad impugnare le due bacchette. Ho ricevuto il diploma Btec Level 3 Extended presso la Music Academy Italy, ho scoperto molteplici realtà musicali e ho suonato come turnista in diversi gruppi e registrato in studio per alcuni artisti.
Nel 2015, poi, la svolta: fui chiamato dal trombettista Eusebio Martinelli a far parte della sua Gipsy Orkestar. Si viaggiava in camper, in Italia e all’estero: ogni viaggio consentiva di scoprire un nuovo mondo con i suoi colorati usi e costumi, suonare in feste patronali, festival e sagre. Ogni sera si gozzovigliava con tavole imbandite e calici di vino lanciati in aria, brindando alla vita.
Questo accadeva da Nord a Sud, da Ovest fino ad Est, sempre con la gioia negli occhi. Arrivavo e cercavo di lasciare il segno, mi arricchivo mentalmente e spiritualmente, poi ripartivo verso una nuova avventura. Mi sentivo come un pirata, sempre alla ricerca del grande tesoro.
Nella vita c’è sempre un cambio di rotta. Ecco perché ho deciso di tornare nel mio paese, Trepuzzi. Al mio rimpatrio, un compaesano mi propone subito di suonare nella sua banda, in sostituzione del batterista.
Si riparte! E questa volta a bordo di una barca a vela, verso le coste albanesi. Un’esperienza unica. Viaggiare in mare di notte con mille stelle e con la mia banda preferita: la Bandadriatica. Suonare prima a Saseno e poi a Orikum, per poi ritornare in mare e navigare. In una sola parola: wow!
Queste esperienze di vita, prima i viaggi in camper e poi il viaggio in mare, oggi mi hanno portato a riflettere e a dire: “ok Tony, adesso è il tuo turno”. E così ho messo su un mio equipaggio, progettando e tracciando una rotta sulla mappa, con un obiettivo chiaro da raggiungere.
Oggi, con il vento in poppa e con la bandiera della Flowttazigana – il nome che ho dato a questa nuova avventura – intravedo all’orizzonte, a cavallo tra cielo e mare, quel tesoro che tanto mi affannavo a cercare altrove: l’uscita del disco di esordio. Al suo interno ci sono tanti racconti musicati, che presto condividerò con chi vorrà ascoltare le mie storie.
Se sono tornato a Trepuzzi è perché voglio far conoscere la mia terra attraverso la musica che compongo. Io e la mia Flowtta, alla conquista del mondo. Voglio scrivere un nuovo capitolo del mio diario di bordo. Intingo l’inchiostro nelle mie radici, confido nella tramontana…in poppa.