Sono Marialuisa Poletì, classe 1997, nata e cresciuta a Trepuzzi ma in trasferta a Roma per studio.
Sono laureata in Discipline delle arti, della musica e dello spettacolo presso l’Università del Salento, ora laureanda presso La Sapienza in Scritture e produzioni dello spettacolo e dei Media con indirizzo Cinema e Televisione.
Faccio parte della redazione della rivista cinematografica del mio corso di studi e scrivo articoli di carattere cinematografico partecipando di tanto in tanto alle anteprime stampa.
A proposito di ciò, non sarebbe bello fare un tuffo nel passato e ricordare i diversi cinema che il nostro paese accoglieva? Ebbene sì, Trepuzzi ha visto negli anni una costante fioritura di strutture adibite alla proiezione di film che accompagnavano la vita dell’intera popolazione.
Non possiamo non ricordare il tanto amato cinema Colelli: progettato negli anni quaranta, divenne attivo come Arena Colelli per le proiezioni all’aperto nel 1948 per poi diventare sala cinematografica, su progetto dell’architetto Mazzotta, nel 1961.
La sala disponeva di una capienza di 320 posti a sedere distribuiti tra platea e galleria. Uno dei film rimasti impressi in quel luogo dei trepuzzini è “Laguna Blu”, il film d’avventura e sentimentale che ha fatto rimanere con il fiato sospeso fino alla fine gli appassionati del genere.
Il cinema, di proprietà della famiglia Colelli, purtroppo chiuse alla fine degli anni Ottanta. E ancora il Cinema Impero, con la sua struttura frontale alla nostra villa, di proprietà della famiglia Dell’Aquila, è stato negli anni Settanta – Ottanta parte integrante della vita dei giovani trepuzzini che si innamoravano guardando “Il tempo delle mele”, proprio come la mia mamma ed il mio papà.

C’è chi ricorda accanto ad esso la trattoria-pizzeria di Santo Carone ed il figlio Marcello in cui dopo si andava a”spizzulisciare” qualcosa. E continuando sulla Strada Statale 16, angolo via Manzoni, vi era il Cinema Nuovo, ultimo arrivato dei tre già presenti nel paese, un monosala di proprietà di Vittorio Morelli ed Alfonso Rampino detto “Mesciu Ffonziu”.
Anche all’aperto le proiezioni erano graditissime, difatti vi era un’altra struttura tra Via Luigi Cadorna e via Thaon de Revel, un’arena della famiglia Morelli che non ebbe una gran fortuna forse per la vicinanza all’altra struttura.
Il cinema, la più bella delle arti più belle, ha fatto sì che anche in un paesino come Trepuzzi la gente si innamorasse del Grande Schermo. Strano oggi vedere queste strutture chiuse con un lucchetto, spoglie e anonime.
Sono sicura che all’interno di quelle mura si senta ancora il profumo di calzoni provenire dalla pizzeria accanto, il bisbigliare dei ragazzini davanti alla scena di un bacio rubato ed il canticchiare degli innamorati sulle note di “Reality”.
Mio padre mi racconta spesso che anche i musical ebbero tantissimo successo: “Grease” e “La Febbre del Sabato Sera” venivano proiettati negli anni Ottanta al Cinema Impero, le tende in velluto rosso si aprivano e avveniva la magia. Ed ecco che i giovanotti dell’epoca andavano anche a rivedere per più volte lo stesso film, perché si rivedevano nello stile di John Travolta e volevano a loro volta conquistare la loro Sandy sulle note di “You’re the One That I Want”.
Buffo pensare che anch’io mi sono innamorata di Grease e del cinema una ventina di anni dopo, proprio perché il mio papà ne conserva i ricordi belli e spensierati di quel tempo. E non avete idea di quanto rimasero a bocca aperta i nostri compaesani nel vedere “King Kong” al Cinema Impero: un attimo prima passeggiavano su Largo Margherita ed il secondo dopo si ritrovavano a due centimetri dal naso un gorilla sull’Empire State Building.
Sarebbe bello raccontare alle nuove generazioni in che modo i loro nonni o genitori si divertivano passando da un cinema all’altro per assaporare qualsiasi genere proiettato su quella tela bianca. La vita nel nostro paese si alternava tra lavoro e una boccata di cinema alla volta, quindi perché non riviverne tutta la bellezza?
Non serve avere un multisala o delle apparecchiature di ultima generazione, il cinema ha bisogno soltanto di una parete bianca, di una pellicola pronta per essere proiettata e soprattutto di tanta gente che abbia voglia di guardare, meravigliarsi e riconoscersi all’interno di un film.
Questo potrebbe avvenire anche sulla nostra amata Villa con delle proiezioni ricorrenti per dare la possibilità a chiunque voglia cimentarsi di proporre una pellicola e guardarla in compagnia dei nostri compaesani, di un calzone e delle stelle.
Non è necessario che siano film cult o spassosi, l’importante è lo stare insieme e condividere dei momenti sereni con la cultura che da sempre è parte integrante della nostra comunità, perché come diceva Hitchcock “Il cinema è la vita ma senza le parti noiose”.
Marialuisa POLETÌ